18 ottobre 2010

il vaso di pandora

ogni tanto capita, che si inciampi in una scatola che ha più anni di quelli che le daresti. quelle cose che non ricordi di aver salvato e che comunque sopravvivono a tutti i traslochi.
così, ho preso a mia scatola a fiori e aprendola ho trovato un mondo lontano ma che ho scoperto essere ancora vivo nei ricordi. quegli angolini che ci sono ma che non si sa bene dove siano finiti sotto gli anni inesorabili che passano.
Federico. la scatola porta quel nome. ne ho altre 3 di cui l'ultima chiusa 2 anni fa in un grande barattolo di nutella. 
4 uomini sopravvissuti nelle loro zattere. 
Federico è stato il primo. che abbia vinto una scatola, s'intende. nella cronologia è stato l'uomo numero 2.
11 anni più di me, 16 io, 27 lui. 50 lettere. alcune di una consistenza biblica. 
consegnate a mano, spedite. si parlava di filosofia. di persone, di punti di vista. di gusci, io a 16 anni ero ottimista sulle possibilità delle persone lui era un pò più realista e cinico. io credevo che con e giuste leve si potesse rompere qualsiasi guscio se la persona meritava lo sforzo. lui no. alla fina lui ha spezzato il suo. e lo ha fatto per me. parlavamo di siddartha, si io a 16 anni leggevo hesse. e mi piaceva e ci imbastivo lunghe discussioni con quell'uomo improbabile. su demian ci abbiamo parlato per 3 mesi. il libro si legge molto più velocemente. lui provava a spiegarmi che "l'essere sua" non fosse in senso stretto, ma qualcosa di più ampio, di più leggero. sua, nonostante tutto, nonostante il resto, nonostante il mondo esterno. appartenenza. sua a prescindere. un concetto che ci ho messo anni a capire e che non ho legato a lui fino a ieri sera. quando ho ripreso la lettera in mano. in cui mi spiegava il suo punto di vista. mi parlava con le canzoni, i pink floyd hanno occupato intere lettere, i beatles, bob dylan. ricordo ancora quando ho aperto la missiva con I want you. c'era anche la cassetta. ricordo le sensazioni e la felicità. è stata la prima volta che mi sono sentita esattamente al mio posto. e non l'avevo neanche capito.
Devo parecchio a Federico, se oggi sono così. ho fatto l percorso che mi stava spiegando, in anticipo sui tempi. 
in fondo alla scatola c'era un regalo di compleanno, un 45 giri dei Queen, "somebody to love" datato 22/04/1977, esattamente due anni prima della mia nascita. preciso preciso. lo aveva trovato in una bancarella. c'era anche la dedica di chi lo aveva comprato due anni prima "a teresa, per rendere speciale un giorno qualunque".
delicato, lieve, come un sospiro. eppure piena di significato, nella sua semplicità.
se a 16 anni mi fossi semplicemente adeguata ai coetanei, non avrei mai vissuto quei due anni significativi e no non sarei così. 
ok magari avrei avuto una vita sociale più intensa, ma non mi è mai interessato essere popolare. alla fine dei conti no non potevo adeguarmi a me non interessava andare in discoteca. io leggevo. la sociopatia non era poi neanche troppo latente... non la nascondevo già all'epoca.
mi è piaciuto crescere senza facebook e telefonini. non guardavo la televisione. leggevo e scrivevo. mi manca la carta e il pennino. 
mi piaceva parlare ore e ore con quell'uomo li.
per cui, aprendo il vaso di pandora, non mi resta che rispondere alla dedica che Federico mi aveva fatto sulla sua tesi di laurea, "a te che sei passato mimetizzato da insegnamento interno attraverso tutti questi anni e sei rimasto in ogni istante" se sono così, tanto lo devo anche a te. 
Grazie di essere passato dalla mia vita, semplicemente.

10 ottobre 2010

invito al blues

l'aria quasi non si respirava, il locale era buio ed infestato da un fumo denso che sembrava vecchio di anni. l'odore riportava ai tempi in cui quel posto, era il centro del mondo.
Sembrava che il tempo si fosse fermato, lì in quel piccolo luogo così lontano dal mondo, così vicino ad un sogno.
E nella penombra che riempiva ogni spazio, all'improvviso, una luce gialla fece capolino, illuminando un piano. E il silenzio calò all'improvviso, diventando palpabile…
Ed il piano iniziò a suonare…
"Questo è un invito al blues, per tutte le anime qui con noi stasera, questo è un invito al blues, seguimi, anche tu là in fondo, che stai annegando i dispiaceri in whisky di pessima lega, pensando che così non ricorderai più cosa ti ha portato qua da me, vieni con me, anche tu, donna sola con la sigaretta ormai spenta e la certezza che da quella porta non arriverà mai colui che stai aspettando.
Questo è un invito al blues, lasciate che le vostre anime urlino lo stesso dolore, anche se vi può sembrare diverso, questo è un invito al blues, che è il grido dell'animo.
Vi prenderò per mano e vi porterò a dixieland, dove gli alberi hanno strani frutti, sembrano uomini negri appesi, venite con me e come il pifferaio magico, vi accompagnerò nella terra di van dimes, dove vedrete ciò che avete perso sul lato oscuro della luna.
Questo è un invito al blues, e non è niente di simile a ciò che avete ascoltato fino adesso.
Questo è un invito al blues, ehi anche tu unisciti a noi, non sei diverso, se ti ritrovi qua da solo, non guardarci così siamo solo anime perse, che non riescono più a trovare la strada, questo è un invito al blues, dove gli amori persi lacerano i nostri pensieri, lasciate che prendano forma, chiudete gli occhi e seguitemi. Vi mostrerò quanto si può essere disperati, per farvi capire che non è nulla quello che provate, questo è un invito al blues, e senza neanche accorgervene vi ritroverete in un altro giorno di solitudine, dove vi sembrerà di essere piacevolmente insensibili, ma non sarà così, perché questo è il blues, e nulla è piacevole.
Lasciate che vi laceri l'anima e vi accorgerete che ci sono due strade che potrete percorrere, ma a lungo andare c'è sempre tempo per cambiare strada, hey piccola, non mi avevi mai guardato in quel modo, il tuo sguardo si è fermato e lo stagno è limpido, qualcuno ha di nuovo spento le luci, ma sono ancora qui come il piccolo sir jhon, nella birra bionda e nel whisky dorato che si è rivelato il più forte di tutti.
Questo è un invito al blues, e se non hai lo stomaco per affrontare le tue paure, esci da questo posto prima che inizi.
Seguitemi nella tana del coniglio, io vi porterò là dove non avete mai sognato di essere e scoprirete che qualsiasi cosa abbiate perso, laggiù potrete ritrovarla.
Questo è un invito al blues, e non c'è anima che possa sfuggirmi.
Seguimi piccola e ti proteggerò dai turbamenti che da oggi incontrerai nella tua vita, perché questo è un blues, e non un inno al suicidio. Vi farò vedere la parte più buia del vostro animo e là incontrerete qualcuno che non avete mai visto, semplicemente voi. Questo è un invito al blues, e quando uscirete di qui vi accorgerete di cosa è veramente importante, perché il blues vi farà vedere quanto in basso la vostra anima potrebbe cadere.
Unitevi a me e avremo un solo amore, un solo sangue, una sola vita.
Venite in questo viaggio, siamo solo anime sperdute che nuotano in una boccia di pesci, anno dopo anno corriamo sullo stesso vecchio treno a cosa abbiamo trovato? Le solite vecchie paure. Vorrei che fossi qui, anche tu che stai per andartene per chiuderti dietro a quel muro che quelli che davvero ti amano attraversano cercando di abbatterlo, fintanto che qualcuno barcollerà perché sanno che non è facile picchiare il cuore contro il muro, ma tu rimarrai barricato. Unisciti a noi non aver paura, ci sono qua io a prendermi cura della tua anima…
Seguimi e non proverai più a chiedere "mamma lei mi spezzerà il cuore?", perché ti accorgerai che sei già sul lato oscuro della luna.
Questo è un invito al blues, bambina, ognuno sogna un amore vero e duraturo, ma tu e io sappiamo cosa può combinare questo mondo, facciamo bene i nostri passi così che l'altro possa vederli, ti aspetterò e se dovessi cadere, tu aspettami, perché siamo una cosa sola.
Seguiteci e le nuvole copriranno il cielo e ti sembrerà di non conoscere più il posto dove stai. Ma alla fine le grandi speranze ritorneranno, perché il viaggio sarà terminato.
Io ti amo, amo ognuno di voi, che chiude gli occhi e si lascia trascinare in questo blues, dove tutto è possibile e dove la vostra anima canterà una canzone mai sentita prima, ma bellissima.
E quando torneremo, vi renderete conto che quello che avevate perso, era solo nascosto dal muro che vi nascondeva e inizierete a chiedere, c'è nessuno là fuori?
Abbiate fiducia in me e regalatemi il vostro per sempre, ed io farò un giro che non avrà tempo, per riportarvi qua, al centro del mondo dove non avrete più paura, perché io mi sarò preso cura di voi e potrete uscire scoprendo che il tempo non è mai trascorso, e che per quanto faccia male, per quanto possa essere dura, questo è il miglior mondo che potevamo avere. Questo è un invito al blues, non vi rimane che accettarlo…"

 

9 ottobre 2010

Ricordiamo

9 ottobre.
oggi si parla solo dello zio di Sara. e di Sara.
ok tutti indignati, tutti ad incitare la morte e la fustigazione dello zio, a piangere lacrime di coccodrillo perchè su siamo onesti nessuno di voi la conosceva, ne tanto meno la chiamava a natale per farle gli auguri. finchè non è scomparsa nessuno di voi la conosceva.
poi è scomparsa e neanche li vi siete preoccupati. l'indignazione è venuta fuori quando uno zio squilibrato, depravato e chi più ne ha più ne metta, ha confessato che l'aveva uccisa e violentata. in quest'ordine, che già qua dovrebbe venirvi il dubbio che non sia proprio un genio del crimine. comunque non sono qua a difendere lo zio. ma non sono neanche qua per "indignarmi" per una persona che no non conoscevo. il gesto lo condanno come ognuno di voi. mi fa proprio schifo. ma non perchè Sara è morta. mi ripugna a prescindere. per cui non scriverò oltre della ragazzina.
vorrei solo ricordare che un altro 9 ottobre, un pò più indietro, giusto qualche anno, così uno a caso, il 1963, ci sono state 1910 persone che sono morte. per avidità umana e per errori di calcolo. quando l'uomo vuole piegare la natura. e non ho visto "post" di indignazione per questo. neanche qualcuno che ricordasse. neppure il corriere ha dedicato una riga.
un pò come sta succedendo a Bologna. un trafiletto quest'anno.
ma l'Italia si sa, funziona così. se passa troppo tempo dimentica, tende a chiudere tutto in uno sgabuzzino "tanto è passato".
di Sara, fra un mese, al massimo due, non ci si ricorderà più. perchè qualcos'altro avrà carpito l'attenzione del popolo. altri titoli dei giornali. altre notizie. di Sara, come del Vajont, come per Bologna, Ustica, l'italicus, Borsellino, l'Itaicus, tutte le ragazze morte, i bambini recisi, tutte nel dimenticatoio. i insieme, strette strette. resta solo i dolore di chi quelle tragedie le ha vissute, è sopravvissuto o semplicemente ha perso un caro, ma uno caro vero uno di quelli con cui passi i Natale, che chiami, che conosci veramente. loro possono indignarsi. loro hanno diritto a urlare il loro dolore. solo loro.
così, oggi, 9 ottobre, ma del 1963 1910 persone sono morte, ed è una stima. una frana crea un'onda che CANCELLA Longarone, frazioni intere. quasi 2000 persone. così in un batter di ciglia...
vi lascio un link, lo so è cosa piccola, ma dateci un occhio. per non dimenticare, per indignarsi per qualcosa che potreste definire "vintage". ma si sa torna di moda...
http://www.vajont.net/page.php?pageid=HOMBO001
per favore non indignatevi solo per i titoli dei Tg...
ricordate...