26 aprile 2016

Aspettando Godot...



-Andiamo?
-non possiamo
-e perché?
-stiamo aspettando Godot
-Ah…, ma scusa chi è sto tizio? Amico tuo?
-no come amici ho solo te e lo sai bene
-e allora sto qua che stiamo aspettando chi diamine sarebbe?
-non ne ho idea, pensavo che fosse amico tuo…
-ma se ho chiesto se era roba tua?!?!?!?
-anche tu hai ragione… cosa facciamo? Andiamo?
-e se lo aspettassimo per vedere chi è? Ora sono curioso…
- ma vedrai che abbiamo solo sbagliato testo…
-ma allora iago, quello dell’altra volta? Anche allora dicesti che eravamo nel libro sbagliato…
-infatti hai visto che casino ha fatto, per un fazzoletto una donna è stata strangolata… non era poi sta gran compagnia, un pochino invidioso… e sempre lì a tramare nell’ombra…
-sempre meglio lui, che quell’altro tizio, quello che vedeva i fantasmi… non era proprio bello farsi vedere in giro con un tizio che parla da solo, “oh padre”, ma dai, lo abbiamo visto tutti che non c’era nessuno… però il numero del suo pusher potevamo farcelo dare, sembrava roba buona…
- e scusa, quando ci ha detto “stasera porto una mia amica” e noi tutti contenti e poi si è presentato con la svitata numero uno? Vogliamo parlare della sua mania di raccogliere fiorellini su dei dirupi che cadono a picco su di un fiume in piena? Quanto freddo quella sera… mi sono anche preso l’influenza…
-nonono quello ero io… tu avevi al limite un po’ di raffreddore…
-è vero io avevo trovato quelle quattro megere che dovevano curarti…
-si e mi volevano infilare in quel calderone… megere? Al limite streghe e sono anche gentile…
-già continuavano a parlare di diavolo e vendetta… però dai quando abbiamo aiutato quel tizio a conquistare margherita…
-si lo abbiamo convinto a fare un contratto con il diavolo… che bella truffa…
-si i problemi sono sorti quando il diavolo si è presentato a riscuotere…
-dettagli
-l’idea era tua…
-adesso dobbiamo proprio fermarci a cercare il pelo nell’uovo? Su siamo riusciti ad uscirne vincitori…
-si ma abbiamo dovuto chiedere aiuto a quel tizio losco… te lo ricordi? Ti ricordi quanta fatica… aveva la cattiveria negli occhi… non come il suo compare, quello con cui abbiamo parlato all’inizio, quel dottore… era una persona così per bene…
-si ok ma alla fine ha risolto il problema no?
-si ma quanto ci abbiamo messo, e quanto siamo dovuti scappare, alla fine grazie al cielo che abbiamo trovato quel dandi che ci ha aiutato ad uscirne per il meglio…
-simpatico quel tizio, un po’ strano, sembrava un ventenne, anche se dichiarava di averne almeno 40… e poi quella sua mania per i dipinti… uno addirittura per non rovinarlo lo teneva sempre coperto…
-lo sai, i ricchi sono pieni di eccentricità… basti ricordare quel medico a cui ci eravamo rivolti quando ti è venuta quell’escrescenza sul braccio…
-ma chi? Quello che voleva tagliarmi a pezzetti all’urlo di “mi manca un braccio per finire, non sentirai male”?
-si proprio lui… con quella casa così trasandata…
-mi ha fatto passare la voglia di andare dal medico, non è che avesse proprio tutte le rotelle a posto…
-effettivamente, girovagando tanto come facciamo noi, gente strana ne abbiamo incontrata…
- i campioni del nostro bestiario comunque rimangono quei due amanti italiani…
-nononono il migliore resta quel tizio vestito in modo strano che continuava a parlare del mondo da cui veniva, quello che stava su di una tartaruga…
-effettivamente quello era una perla rara, ma ti ricordi per quanto tempo ci ha seguiti raccontandoci di questo “mondo” parallelo?
-giorni interi non riuscivamo a liberarcene…
-e quel suo buffo bagaglio con tutti quei piedini? Che gioie che ci ha regalato ripensandoci…
-si ma che incubo mentre eravamo lì… non la smetteva mai di parlare, anche nel sonno… e quando provava a fare magie?
-che meraviglia…
-si mi ha anche trasformato in una scimmia…
-si ma poi siamo riusciti a farti tornare com’eri…
-ti devo ricordare l’atro svitato che mi ha aiutato a riprendere la mia forma?
-nononono lui e la sua fissa con la fidanzata che voleva ucciderlo, e poi l’amante che viveva nel lago… MAMMAMIA…
-meno male che poi siamo riusciti a liberarci dei due svitati grazie a quel tizio…
-quale?
-quello pallido, sempre malaticcio, quello che usciva solo di notte perché aveva quella strana allergia al sole…
-ah si… il tizio che era a londra per comprare casa…
-meno male che c’era lui, ci ha anche dato dei soldi per quei due fuori di testa…
-con quel guadagno eravamo andati a fare un viaggio, mi ricordo, che meraviglia, peccato che poi la barca abbia avuto qualche problema con la partenza…
-si siamo stati un’eternità in baia… non un filo di vento, ti ricordi la faccia del capitano?
-si era talmente superstizioso che pensava che ci fosse una maledizione sulla barca…
-meno male che ci hanno rimborsato il biglietto…
-alla fine siamo riusciti a fare una bella vacanza però…
-sisi quello si, anche se il vecchietto che ci insegnava a pescare non è che fosse proprio di compagnia…
-effettivamente non riusciva a parlare d’altro che di quel pesce…
-sempre meglio quel pescione che il fissato con la balenottera… non siamo riusciti a fargli capire che era vietato dare la caccia alle balene
-credo che fosse in combutta con i giapponesi… ti ricordi lo sguardo insanguinato quando l’ha trovata?
-si, che paura… peccato che se ne sia andato con lei, la bestia era proprio bella, non si meritava quella fine…
-no ma neanche noi ci meritavamo di essere arrestati per una cosa che non avevamo fatto…
-dai alla fine si è risolto tutto per il meglio, grazie all’abate faria, quel simpatico vecchietto.
- meno male che c’era lui se no avremo finito i nostri giorni su quell’isoletta maledetta, chissà che fine ha fatto dantes, magari ha ottenuto ciò che voleva…
-l’ho trovato l’altro giorno sul giornale, è diventato un pezzo grosso adesso pare che si faccia chiamare addirittura conte.
- ma và?
-e noi cosa facciamo? ormai si è fatto tardi, andiamo a recuperare la cena?
-e godot?
- gli lasciamo un bel biglietto “torniamo subito”, se proprio deve arrivare, che sia lui ad aspettarci…
-bell’idea, hai carta e penna?
-no, quando mai…
- sei sempre il solito…
-andiamo che se no troviamo tutto chiuso…
-ormai è tardi, già che siamo qui… potremmo…

-ok ok tanto sono stanco, restiamo qua per la notte, magari Godot arriva…

17 ottobre 2015

manga, anime quello che traspare della società giapponese

Parliamo di... Manga e Anime.
Non proprio, per quello farò altri post più specifici. 
Parliamo di Giappone.
No non è vero neanche questo, sto giusto ora imparando qualcosa in più di una Nazione tanto diversa dalla realtà conosciuta da me che non mi sento ancora pronta ad affrontare un discorso simile.
Ecco, ci sono, parliamo di cosa trapela per un'europea, che legge manga e guarda anime, della società giapponese.
il titolo è un lungo e prolisso ma secondo me rende abbastanza l'idea dell'argomento. 
Perchè il Giappone è visto per lo più come un mondo a parte. è una consistente striscia di terra dall'altra parte dell'emisfero, che affascina tantissimo per la sua diversità. Ci risulta semplice cogliere le differenze fra la nostra cultura e quella di un qualsiasi altro Paese occidentale. Ci scherziamo sopra, con stereotipi spesso stantii ma che strappano quasi sempre un sorriso scontato. Li capiamo. poi ci affacciamo sul mondo nipponico e ci sembra di aver cambiato pianeta. Spesso sento la frase "i giapponesi sono alieni". Ora questo non lo credo, sicuramente trovo che siano una Nazione affascinante, proprio per le sue diversità. In fondo diverso diverso non vuol dire male, ma solo stimolante. in questi mesi mi sono avvicinata piano piano al loro mondo come ho potuto, leggendo libri, navigando in siti locali che davano la possibilità di una traduzione inglese (sul giapponese ci sto lavorando, ma c'è ancora parecchia strada) e addentrandomi nel materiale che arrivato con maggior impeto in occidente, gli anime e i manga. perchè, diciamocelo, non c'è solo Totoro, o i cartoni animati che hanno accompagnato la nostra infanzia, c'è proprio un mondo, adattabile, perchè puoi trovare tutti le tipologie che ti vengono in mente. Fra l'altro spesso le differenze fra una tipologia ai nostri occhi sono semplici sfumature. Ne ho letti un pò (approfondiremo, promesso) e ho cercato di coprire più generi possibili, per farmi un'idea un pò più ampia. Quello che ne viene fuori è uno spaccato del giappone molto bizzarro. partiamo dai tratti, occhi grandi, proporzioni del corpo fantasiose: tendenzialmente i protagonisti o i "buoni" tendono ad essere alti, con un collo lunghissimo, la gobbetta (ma dipende dalle occasioni, ad esempio tutto il giorno hanno la gobba, poi giocano o corrono e le proporzioni diventano inaspettatamente giuste), e il capello ribelle. Se ti disegnano robusto, con i capelli corti, sei tendenzialmente "cattivo", un teppista o tremendamente stupido, spesso entrambe. le ragazza hanno due grosse tipologie o alte con un seno GENEROSO ma senza un filo di grasso, o alte un metro e un barattolo e senza seno. direte voi "eh ma quelli americani non è che siano tanto diversi, le donne sempre tettone", ok ma non stiamo parlando di questo. Ogni disegnatore che abbia fatto più di un manga, non cambia stile, nel senso che tutti i suoi personaggi sono cloni del primo volume disegnato. va questi in fondo sono "tecnicismi", un pò come cercare il pelo nell'uovo... proviamo a vedere qualcos'altro... ad esempio... il primo bacio. nel 95% dei casi da me letti, è un pò come perdere la verginità in occidente. "ah il mio primo bacio lo darò solo al mio amore della vita" e subito dopo un tizio a caso lo strappa senza troppi preamboli. già tenersi per mano in pubblico è un problema. imbarazza. il bacio poi viene quasi sempre dato in posti impensabili. nel migliore dei casi, in alternativa è plateale in mezzo a festival scolastici, su palchi, in mezzo a TUTTA la scuola, cose così. i maschi tendono a pensare solo al sesso, per cui uomini e donne, non si capiscono, voglio dire per una sembra trasgressivo un bacio e arroscisce al solo pensarci e l'altro pensa a quanti fouton si possono cambiare in una sola notte, palrano due lingue diverse. il che ci porta ad un problema comune a tutti i manga/anime, la comunicazione. ora, non so come sia in realtà nella società giapponese, ma è veramente così difficile parlare con il prossimo? perchè quello che viene fuori dalle letture è agghiacciante. tipo si incontrano nel corridoio della scuola, si piacciono, è palese, abbiamo letto centoventredici volumi in cui il piacersi reciprocamente era alla base e non si parlano. si guardano "oddio mi ha guardato!!! e adesso???" adesso gli parli "ciao, andiamo a prendere un caffè dopo la scuola?" no. parlare con un membro dell'altro sesso pare che sia una delle cose più difficili del mondo. e comunque anche quando si parlano non è che vada tanto meglio... perchè parlano due lingue diverse. comunicano per mezze frasi quasi sempre fraintendibili, sempre puntualmente mal recepite, metafore, frasi pensate e non dette, pagine di seghe mentali silenziose. se dovessi basarmi su quello che ho letto, in Giappone non si ci parla, ma si ci fraintende benissimo. la grande differenza fra un fumetto nato nella società occidentale e uno nato nel Sol Levante è la scuola. ho letto che effettivamente gli studenti sono perennemente sotto esame e che i voti presi fanno una bella differenza, ma quello che mi ha colpito maggiormente è il quantitativo di tempo trascorso negli edifici scolastici. in un qualsiasi tv/serie tv/fumetto/o realtà, in America ad esempio gli studenti non sono quasi mai a scuola, ogni scusa è buona per non andarci. qua ci ritroviamo esattamente dall'altro lato della medaglia. gli studenti vivono a scuola. lezioni, esami, attività dei club (c'è un club per ogni occorrenza, ai miei tempi si parlava di trascorrere del tempo con gli amici, per loro è un dopo lavoro), festival scolastici comesenoncifosseundomani, ci vanno anche durante le festività a vedere i fuochi. la scuola è sempre a loro disposizione. inutile dire che a scuola tendono a succedere le peggio cose, ma quello capita un pò ovunque, l'adolescenza è un periodo affascinante... e nonostante passino tutto quel tempo a scuola, trovano spazi per: appuntamenti imbarazzanti (ogni più piccolo paesino deve avere un acquario enorme o un parco divertimenti, perchè gli appuntamenti sono sempre in queste due location, non si scappa; se invece esci con le amiche/amici è karaoke), lavori part-time che quando esci da scuola alle 20 ne hai proprio voglia di andare a lavorare, gite alle terme, studiare ancora un pò, aiutare in famiglia perchè sicuramente hai 15 fratelli/sorelle e almeno uno dei tuoi genitori è morto/scappato/hanno divorziato. una giornata in Giappone deve durare più o meno 36 ore, così facendo un calcolo veloce e considerando un tempo per il sonno di circa 3 ore. i genitori poi si dividono in due grandi categorie, o ignorano i figli e li trattano come se fossero ospiti in casa propria mal accetti o sono dei deficienti epocali, tipo che ti viene da chiederti come siano arrivati a 45 anni senza l'aiuto di un assistente sociale. perchè un genitore che beve e non lavora e fa fare tutto al figlio che si prende cura di lui/lei per tutto è un pò esasperato, non può essere vero. naturalmente è difficile che entrambi i familiari del protagonista siano vivi, nella migliore delle ipotesi ne manca uno solo, nella peggiore entrambi e i non hai un solo parente stretto disposto a prenderti cura di te. per cui si arriva ad un'altra "illuminazione": in Giappone a 12 anni puoi vivere da solo (il fratellino di Licia di Kiss me Licia durante il loro viaggio di nozze sta da solo a casa e ha tipo 6 anni). io a 12 anni non avevo neanche idea di come si facesse una lavatrice e non potevo avvicinarmi ai fornelli senza che ci fosse un adulto a controllare che non dessi inizio ad un incendio epico. loro no, loro hanno parenti che per non averli fra i piedi, nonostante siano poco più che bambini che hanno appena affrontato un trauma, gli danno un tot al mese ma per vivere da soli possibilmente lontani. credo che nel messaggio allegato al bonifico ci sia anche scritto "e mi raccomando NON stare a chiamare". siamo OLTRE l'emancipazione e l'imparare ad essere autonomi. si chiama abbandono. spero che non sia un vero spaccato della società giapponese, perchè lo troverei un po' eccessivo, nonché sconsiderato. 
un'altra cosa che trovo delirante è che già vado a scuola tutto il giorno, ho i voti migliori dell'istituto e in più lavoro per mantenere me o /e la mia famiglia disastrata, ma se lavoro in un maid cafè vengo considerata alla stregua di una prostituta di bassa lega. voglio dire fai la cameriera, si sei un pò più remissiva di quello che di solito sono le cameriere ma cosa c'è di così sconvolgente? voglio dire, ho 14 anni e lavoro dovrei essere oltre l'orgoglioso, mi mantengo da sola, sarà anche un lavoro del cazzo ma io non devo chiedere i soldi a nessuno. e invece no pare che se lavori ad un distributore di notte mezza nuda tutto a posto, se lavori in un maid cafè sei la rappresentazione del peggio della società. perchè? 
e sopra ogni cosa, perchè denigrano così le femmine? dalla lettura si evince che se nasci femmina hai già perso. più che nel resto del mondo. nel senso, le donne che vengono rappresentate, per quanto forti possano essere, messe davanti alla società resteranno sempre oggetti da abbinare ad un uomo. se prova ad affermarsi lavorativamente è vista come una persona problematica. una ragazza "difficile", non addomesticabile. veramente la donna è un animale selvatico da addomesticare che non ha molto spazio per integrarsi nella società come individuo ma solo come "fazzoletto nel taschino" del compagno?
è realmente una nazione con così tante contraddizioni? e se si come si ci fa ad accettarlo? ho letto che il Giappone è costituito da giapponesi, nazionalità marcata, "siamo un insieme che crea la nostra grande patria", l'individualismo è realmente visto così male? e se si perchè?
voi, che abitate in giappone come stranieri o chi solo c'è andato in vacanza, può rispondere alle mie domande per favore?

16 agosto 2015

memories



























E poi ci sono notti che durano giorni... ma non perchè si entri in una depressione che ci fa vedere il mondo con pessimismo e fastidio, nono più in senso stretto, tipo che l'insonnia ti tiene compagnia e i tuoi sonni sono più sonnellini sporadici... ecco na roba più così. e in quelle notti infinite, ti trovi ad avere un sacco di tempo, anche qui in senso stretto e dopo aver visto film/serie tv/anime, dopo aver provato a studiare una nuova lingua (ma qua i tuoi neuroni ti hanno abbandonato all'urlo di "noi andiamo a farci un caffè" ma non sono più tornati), aver ascoltato musica rilassante, nella speranza che la palpebra calasse... ti resta ancora tempo per pensare. 
naturalmente non si parla di massimi sistemi, teorie di fisica quantistica o robetta così. cose più piccole viste da occhi estranei, i ricordi. i nostri ricordi. 
che sono una cosa buffa, perchè più si va avanti più si accumulano, come piccoli mattoncini, che quando ti fermi a guardarli hai una muraglia cinese di istanti. "io sono un clown, faccio collezioni di attimi"... piccoli momenti, sorrisi, lacrime, sospiri, prime volte, odori, immagini, colori... sono talmente tanti che quasi non si distinguono più nella massa. i miei, più che una muraglia, sono disposti a casaccio, messi in ordine come una camera di un sedicenne problematico, avete presente? 
però capita di pescarne uno o due a casaccio.  a volte affiorano da soli in questa moltitudine di disordine che si crea quando si dorme poco. a volte ti si parano all'improvviso mentre parli con qualcuno, magari il discorso non è neanche pertinente, ma ti si para davanti BUM, come un treno che esce dai binari. 
nel caso odierno è tutto più complicato, perchè si parlava ed è uscita una frase "ma ti sei mai fermata a pensare cosa sarebbe successo?".
mi ha colpito, BUM, un treno in faccia. perchè no sono gelosa dei miei ricordi, li conservo, li tiro fuori, ma no non ho visioni alla sliding doors. le trovo inutili, sono portoni verso i rimpianti, che per politica aziendale qua non vogliamo. sono le regole. però mi ha fatto pensare questa cosa. pensare a come sarebbe andata se... (qua riempire a piacimento). devo essere onesta, le proiezioni per fare un calcolo delle probabilità le ho sempre fatte ma prima di agire. soprattutto nelle relazioni. ma non nel senso di proiezioni "chissà come sarebbe il futuro se..." (riempite sempre a piacimento). roba più macchinosa, tipo nelle discussioni, o ai primi appuntamenti prima di parlare. cose del tipo "se faccio/dico questo lui può reagire: a... b... c..." e "se lui dice questo posso rispondere a...b...c..." e poi decidere quale fosse il risultato che volevo ottenere. forse hannor agione quei pochi amici stretti che ho che sostengono che parlare con me a volte è un pò come un lavoro... 
fra l'altro, tirando fuori i ricordi, già da tempo dovrei essermi resa conto che erano tutti pensieri preventivi inutili, visto che solitamente nelle discussioni in cui la meta era la mia proiezione c loro tiravano sempre una z che non avevo preventivato... si ho avuto relazioni memorabili dove si discuteva ogni 3x2, diciamo che non mi sono annoiata, ma poi finivano quasi sempre alla stessa maniera che poteva essere "sai ho conosciuto un'altra" a "ti voglio tanto bene ma non ti amo", "non penso sia il caso di andare avanti" etc etc... l'unico che ha portato avanti discussioni infinite chiudendone una anche con "ti rendi conto che non puoi razionalizzare l'amore" è stato quello che poi, non a caso è diventato mio marito. anche se... in quella discussione ho aperto una lunga parentesi su come sia abbastanza fattibile. ma questo è un altro discorso. 
se dovessi ripensare a come sarebbe andata se... la mia insonnia sarebbe passata da tempo. veramente c'è chi lo trova un esercizio costruttivo? sono strana io? ammetto che tranne che in rarissime occasioni e chi mi conosce lo sa che sono state veramente rare, la parte in cui ti lasci andare in preda all'istinto ho imparato a controllarla egregiamente, tipo soffocandola nel sonno. questo fa di me una persona "strana"? se rimango razionale riesco a gestire le cose, cosa c'è di sbagliato? riesco a reprimere la rabbia in pubblico, riesco ridurre i tempi di ripresa. cosa c'è di sbagliato in tutto questo? le uniche volte che non l'ho fatto ha fatto malissimo. un tonfo è sempre un tonfo direte voi, ma è l'altezza da cui si cade che fa la differenza. ammetto che precipitare dai dirupi mi ha sempre creato alcuni problemi di risalita, sono state quattro scalate impegnative. però se avessi permesso a tutti di farmi precipitare dall'alto sarebbe stato veramente meglio?

8 gennaio 2015

01/07/2014 #jesuischarlie

La satira è “un atto di rifiuto e come tale non può che essere acceso”. La satira è “una controaggressione che risponde allo smacco del Potere con uno sghignazzo che non può essere elegante”. La satira è “nata per mettere il re in mutande”. Per questo “il linguaggio della satira non può che essere virulento, sfacciato, insultante
Dario Fo






Satira.  è la parola d'ordine di oggi. oggi che è un giorno tristissimo per tutti noi. sisi anche per quelli che non capiscono e ineggiano al complotto. anche per quelli che oggi hanno il "coraggio" di dire "eh se stuzzichi il cane...". per intenderci, anche per tutti questi ignoranti che si limitano a dire frasi a caso solo per sembrare più intelligenti di altri e avere il proprio momento di "popolarità". quelli che non capiscono che la satira è libertà, non solo di espressione. perchè è la satira che ci aiuta a sminuire le nostre paure. a ridimensionarle. è la libertà di poter prendere in giro il sistema, i potenti, le religioni. e di farle sembrare meno importanti di quello che vorrebbero farci credere. è il coraggio di esprimere idee, è la possibilità di farlo e l'intelligenza di capirlo. ieri non hanno solo ucciso brutalmente persone che si esprimevano con una matita, hanno colpito la libertà di tutti noi. hanno ucciso persone armate di un foglio e di pennarelli per le loro idee. e questo dovrebbe far paura. perchè non è una questione di religione, non è un complotto. è l'attacco ad un'idea e alla libertà di esprimerla. e questo a me terrorizza. perchè provare ad uccidere un'idea è sempre pericoloso. porta a conseguenze quasi sempre pessime. stamattina ho addirittura sentito al tg che il FN vorrebbe fare un referendum per ripristinare la pena di morte in Francia. e propongono quest'idea dopo un attentato ad un giornale satirico che non li risparmiava. fanno sciacallaggio elettorale sulla morte di persone che esprimevano le loro idee. è agghiacciante. ho letto commenti terrificanti. ma da vergognarsi. e davanti ad una tragedia così grande mi viene da chiedermi come abbiano potuto miei simili partorire frasi di così cattivo gusto. non capire che non è la religione il problema ma le persone. umani, bipedi, vagamente pensante che imbracciano un fucile e sparano dentro la redazione di un giornale satirico per uccidere umani come loro che esprimevano idee diverse dalle loro. eppure la storia è piena di esempi in cui si evince che uccidere un'idea è impossibile e per tentare di farlo si fanno solo enormi errori. eppure siamo qui, ancora oggi a parlarne. studiamo storia a scuola eppure ogni volta ci dimentichiamo. siamo la specie che si evolve peggio su tutta la terra. perchè le altre imparano dagli errori dei predecessori. noi no. noi ci indigniamo per un pò, cerchiamo un colpevole adducendo le scuse più assurde (giuro ho sentito gente parlare di complotto) e non pensiamo al gesto in se. alla barbaria e alla violenza che lo stesso comporta. uccidere un'idea e la libertà di esprimerla. non credo che mi stancherò mai di ripeterlo.  e ieri, quando ho visto il video del giornalista scappato su i tetti, di quelle persone che hanno ucciso una persona come loro già a terra prima di scappare, mi sono vergognata di non appartenere a qualsiasi altra specie. anche un vegetale sarebbe andato bene. 
persone che uccidono persone che la pensano in modo differente... non vi ricorda proprio niente? 
nel 2015 non dovremmo già esserci evoluti un poco? diamo la libertà per dovuta e non ne capiamo il vero significato. ci indigniamo ma non capiamo il perchè. siamo liberi di di colpevolizzare i vignettisti e non ci rendiamo conto che loro sono morti per la stessa libertà che ci permette di dire troiate enormi. la libertà è importante. la satira è un'espressione di libertà. eppure molti non capiscono l'importanza. non capiscono che se possono fare stupide e crudeli congetture è perchè qualcuno prima di loro ha lottato per ottenere quella libertà di cui loro abusano. hanno colpito il paese de "libertè egalitè fraternitè". invece di dire un mare di minchiate, fermatevi a pensare, almeno oggi. 
per cui ha ragione don alemanno, abbiamo sbagliato specie.
meriteremmo di essere conquistati dalle meduse...

p.s. scusate la confusione di oggi ma non riesco ancora a capacitarmi dell'accaduto. 

17 settembre 2014

tempo al tempo...

non scrivo da marzo. dovrei vergognarmi. lo scrivo sempre. è che scrivere comporta energie che non ho avuto il tempo di mettere insieme. strano anno. un pò troppo frenetico seppur stabile. discorsi delle due del mattino immagino. comunque, visto che è il tempo l'argomento iniziale di questo post, vi regalo un racconto, scoperto nei meandri di un vecchio potatile. scritto talmente tanto tempo fa che è meglio non pensarci... in fondo è solo tempo... comunque, dicevamo, si un racconto, a quattro mani, delirio di due menti molto malate.. 
Tic, tac, tic, tac, tic, tac…
Lo sentiva, nel silenzio della sua stanza buia, lo sentiva. Era il tempo, che passava a trovarlo, inesorabile, gli era venuto a dire che un altro giorno era trascorso…
“Buona sera, anche stanotte hai fatto le ore piccole eh?”
“cosa ne vuoi sapere tu… Scusa, hai ragione. Ma com’è che tutte le notti, alla stessa ora, ti presenti qui a dirmi che ho perso un altro giorno di vita. E poi ad ogni mio compleanno sei terribile… con quel metro ed un centimetro che scompare… hai deciso di farmi vivere la vita in un continuo stato d’ansia? Ma che ti ho fatto di male?”
“Di male non mi hai fatto nulla… E vengo da te tutte le sere, perché me lo hai chiesto tu.”
“scusa, temo che mi stia sfuggendo qualcosa, e quand’è che te lo avrei chiesto? Non mi sembra di aver mai voluto una cosa simile, è terribile… cos’è vuoi farmi morire con l’ansia?”
“primo non ho nessuna intenzione di farti morire… per quello devi rivolgerti da un’altra parte… secondo, non sono io che  ti ho cercato e trovato…”
“Scusa devo essermi perso qualche passaggio… e dove ti avrei trovato e quando esattamente?”
“Capisco che ormai siano passati secoli… ma almeno l’episodio più importante della tua vita potresti sforzarti di ricordatelo…”
“Scusa ma l’unico episodio degno di nota nella mia lunga vita è stato il fatto di essere nato e di non riuscire a morire…”
“Secondo me ti stai sbagliando e comunque non riesci a morire perché non lo volevi…”
“Scusa? E tu che ne sai?”
“ricordi? Io sono il tempo, io passo nella vita di ognuno e nessuno, tranne pochi eletti fra i quali tu, riesce a vedermi o a prendermi… Tu hai fermato il tempo ed io vengo qui ogni sera da secoli, perché da piccolo mi hai trovato… in una bottiglia sigillata che ti è stata data quando tuo nonno è morto. Ti ricordi tuo nonno?”
“Qualcosina, ero piccolo… mi ricordo lacrime e silenzio. Per quasi un anno non aprii bocca e pensai che il tempo non mi avrebbe portato via come aveva fatto con lui. Quindi, mia nonna, sentendo queste parole, mi donò la bottiglia, dicendomi “speriamo che a te vada meglio”. E l’aprii. Poi non ricordo altro di quel giorno.”
“mi sembra abbastanza. Hai risposto da solo alle tue domande.”
“ma da dove proveniva la bottiglia e cosa conteneva? Non mi ricordo cosa contenesse.”
“Conteneva me. O meglio conteneva una parte di me. Tuo nonno mi trovò imprigionato in un carillon, io lo ringraziai per il favore di avermi liberato da quella assurda prigionia – hai idea di cosa significhi trascorrere del tempo con te stesso con una noiosissima cantilena che continua a disturbarti?-  e gli permisi di esprimere un desiderio. Grand’uomo tuo nonno.”
“ e quale fu il suo desiderio?”
“mi disse che lui ormai era vecchio e che la sua vita l’aveva vissuta. Non gli interessava avere altro tempo, era felice di quello che aveva avuto. Cosi mi chiuse in una bottiglia e sigillò il tutto con la cera lacca in modo tale da non perdermi. Un giorno venne a trovarmi e mi disse che aveva trovato il suo desiderio… voleva che tu avessi più tempo, voleva che tu non buttassi via il tempo. Ed incaricò me di vegliare su questo, perché, mi disse tu eri il suo più bel sogno diventato realtà”.
“e quando esattamente IO ti avrei chiesto di non farmi morire?”
“Non me l’hai chiesto, era parte integrante del contratto…”
“Io non ho firmato nessun contratto…”
“Non ce n’era bisogno, quello era il desiderio di tuo nonno… e poi sei tu che non sei voluto morire!”
“E chi vuole morire consciamente? Io ho solo vissuto una vita lontano dal desiderio di autodistruzione, è un peccato?”
“Nessuno ha mai detto questo, ma smettiamola, per favore di litigare come due ragazzini, non abbiamo più l’età, nessuno dei due…”
“Va bene, d’altra parte avevo finito le argomentazioni, gradisci qualcosa da bere?”
“No grazie, va bene così… come va la tua ultima opera?”
“come tutte le altre, 327 cartelle scritte fitte e ancora nemmeno un’idea di conclusione…”
“Dai, suicidiamoci, dove sei arrivato?”
“Suicidiamoci? Ma ti sembra, dopo tutto questo tempo? Dai tempo al tempo, arriverà anche quel momento, ma adesso proprio non ne ho ancora voglia…”
“ma se non hai fatto altro che lamentarti che non riesci a morire? Ti vedo un po’ indeciso… e poi scusa, quante persone conosci che hanno la possibilità di ammazzare il tempo?”
“Molte più di quello che immagini… Il mio ragioniere ad esempio… Ha un sacco di tempo da uccidere…”
“NESSUNO mi ha mai chiuso in un sacco! Va bene la sfera di cristallo, va bene la busta di carta e la spedizione via aerea, ma il sacco proprio NO!”
“Hai viaggiato in una busta, per via aerea?”
“ e perché no? Si spende meno…”
“Sì, ma telefonando ci si impiega meno tem… touchè! Stavolta mi hai fregato, ma non credere di aver vinto, a proposito, sei mai stato battuto? Nella mia lunga vita devo ammettere di non aver sentito di nessuno che avesse battuto il tempo”
“ Si una volta soltanto… da uno scandinavo ad una partita a scacchi… Ci hanno fatto anche un film… fu un evento!”
“ma non era la morte? O quello era un altro film…?”
“ no, il film era lo stesso, è solo che il mio agente ha voluto proteggere la mia immagine… Sai com’è… ho una reputazione da difendere…”
“Ma dove vive il tuo agente, in manicomio?”
“Eh!”
“Come ‘eh!’ ti sembra normale che l’agente del tempo stia in manicomio?”
“Sai, è uno un po’ fuori dal tempo…”
“Cretino…”
“E poi scusa, l’ ho rinchiuso io…”
“ Scusa? Già il fatto che tu abbia un agente mi lascia perplesso… ma il fatto che tu l’abbia anche fatto rinchiudere…”
“ No sai com’è… ho cercato di proteggere il mio investimento… l’ho protetto. Quanta gente normale conosci qua fuori?”
“Ben poca, devo ammettere… Certo, che bella protezione, in manicomio, e perché non in galera?”
“Noo, sei matto, lì c’è il mio commercialista!”
“Il commercialista? IN GALERA?”
“Conosci posto più adatto ad un commercialista?”
“Touchè, e due! Ma mi spieghi che se ne fa il tempo di un commercialista?”
“e i diritti del film, dei proverbi, delle frasi fatte, dove lì metti?”
“sì, magari sei pure iscritto alla SIAE!”
“Ovvio, socio fondatore…insieme a Babbo Natale.”
“Noooo, non dirmelo, allora la renna Rudolph è solo una trovata pubblicitaria?!?”
“Ovvio, ti sembra che una persona seria girerebbe con una muta di renne capitanate da una col naso rosso che s’illumina a Natale?”
“E ora mi verrai a dire che la morte non gira con la falce!”
“Fino a poco tempo fa sì, poi ha dovuto optare per la mietitrebbia, sai, la sciatica…”
“Mi sembra che stiamo perdendo un po’ troppo tempo…”
“Se permetti… io non mi perdo… ho un senso dell’orientamento impagabile.”
“Si… come quella volta che avevo otto anni e sei arrivato tutto trasudato, in ritardo…”
“avevo avuto un contrattempo…”
“Si, va bè… a me avevi raccontato un’altra storia…”
“è tardi… devo proprio andare… non ho più tempo da regalarti… oggi ho un sacco di cose da fare… sai… l’ufficio, la contabilità..  il mio commercialista è stato radiato dall’albo… problemi… e così mi ha lasciato con moltissimo lavoro da fare… ed io sono solo nel mio ufficcetto…”
“Di piuttosto che non ne vuoi parlare…”
“ Ma ti sembra che eviterei un discorso così interessante? E poi scusa, è passato talmente tanto tempo…”
“ Bah, le scuse non sono mai state il tuo forte, se devi andare vai, ci vediamo domani sera.”
“allora ciao, domani solita ora?”
“Certo…”
Esce il tempo alla chetichella; l’uomo entra in cucina e preparando il tè pensa “pure permaloso, questo tempo…”


nella speranza di avervi regalato un sorriso, prometto che con l'autunno diventerò più costante, o almeno ci proverò :)

27 marzo 2014

a volte mi pento di essere intelligente

questa è la colonna sonora definitiva per lacerata. a dire il vero per la giornata, ma si dai, per il periodo.
il pezzo di per sé è memorabile, ma è il titolo ad essere evocativo e a renderla la perfetta colonna sonora del momento.
partiamo dall'esterno.
negli ultimi mesi ho avuto la certezza che la teoria dell'evoluzione sia totalmente erronea. se darwin fosse vivo, si sarebbe dato all'alcool e alle donne. altro che gitarelle in barca e ottimismo sulla specie umana. sarebbe morto di overdose giovanissimo.
parliamoci chiaro, siamo quasi 8 miliardi e il grosso di questo numero è
creazionisti
mi viene la nausea solo a pensarci; o religioso convinto, come si fa a credere in un dio creato dall'uomo??????? COME??????? quale parte del tuo cervello ha smesso di funzionare? o quale paura enorme ti perseguita?;
 fans dei rettiliani o comunque alieni fra noi
come fai a pensare che se ho la tecnologia per fare viaggi intergalattici devi farti costruirti delle piste di atterraggio in pietra da dalle scimmie vagamente evolute? (ammetto che questi sono quasi adorabili, perché dicono talmente tante casate tutte insieme che fanno sorridere),
gli amanti delle scie chimiche
e qua, veramente, non so neanche da che parte iniziare a toccare l'argomento. è talmente folle e irrazionale che non ce la faccio. la condensa degli aerei ad alta quota è un complotto per avvelenarci/controllarci/ediosolosacos'altro. per non parlare delle "ragnatele che lascerebbero" o dei veleni che spargerebbero…
quelli che credono alle sirene
sisi proprio come ariel. e magari ne parlano anche in parlamento…
i vegani ottusi
ossia quelli che non accettano che qualcun altro, prove e studi alla mano, gli spieghi che l'uomo NON è nato come vegano e che il benessere di oggi non ci ha portato a uccidere spietatamente povere mucche indifese. sono gli stessi che oltre ad avere un vocabolario insulti molto vario sono feroci. cattivi. non sto criticando il loro stile di vita, ognuno può fare come crede. ma la cattiveria con cui se la prendono con chi non la pensa come loro. si credono onniscienti, la sacra zucchina ha parlato.
gli amici dell'omeopatia
l'acqua ha memoria. non smetterei mai di leggere le loro "prove".  giuro che il concetto a cui si aggrappano è più assurdo delle scie chimiche. tu prendi un medicinale, lo sciogli in acqua, poi diluisci venti volte per venti quell'acqua e alla fine l'acqua che ingerisci si ricorda di essere stata un'aspirina. giuro. è semplificata, ma l'idea è questa. eppure, il mondo è pieno di persone, che ingurgitano pilotine di acqua e zucchero pensando che possano curarsi.
quelli di scientology
che racchiudono più di una categoria. perché hanno tutto. hanno gli alieni, hanno una storia avvincente più dinamica della bibbia, che voglio dire è un libro pieno di catastrofi, vendette e cattiverie.
qua apro una piccola parentesi sulle religioni in generale. a parte che partono TUTTE dal principio che uno o più uomini scrivano di un dio. e non il contrario. per cui dio è una creatura degli uomini e non viceversa. e poi sono tute comunità chiuse. ossia c'è un "capo" illuminato, ci sono i suoi "venditori porta a porta" e ci sono i "fedeli" ossia i compratori del prodotto finali. quelli che ci pagano l'iva sopra. perché il fedele si lascia plagiare, lascia che la sua mente creda, che questa potenza superiore che ha creato tutto e tutti abbia bisogno dei loro soldi. si lascia plagiare. magari perché è una mente semplice, forse perché ha paura della morte, forse perché vuole credere che non sia responsabilità umana se c'è l'odio e la cattiveria, o anche per incolpare qualcuno delle proprie disgrazie. ha bisogno di un'entità inesistente per scaricare la responsabilità. perché pensare che potrebbe essere anche colpa sua è un pensiero troppo pesante da sopportare da solo. allora lo vuole condividere aggrappandosi a false speranza di entità variegate. ce n'è per tutti i gusti. dimmi come stai e ti dirò a che divinità rivolgerti.
poi ci sono quelli "i complotti sono ovunque"
e qua raccogliamo quelli che pensano che i massoni controllino il mondo, big pharma che ci rende malati per poi curarci facendoci spendere milioni, quelli che tutti gli omisi famosi sia stati messi in atto da qualche organizzazione segreta… e così via…
poi abbiamo le persone che rientrano in più di una categoria. vegancattorettilian's friendscomunisti. perché in fondo i comunisti son sempre i cattivi, insomma, mangiano bambini… e poi fa molto vintage metterci la parola comunista alla fine. è chic.
ecco con tutta questa gente e molta altra ancora (perché ricordiamoci che c'è chi crede che atlantide fosse un'astronave aliena che è tornata da dove era venuta… o quelli che pensano che esistano realmente persone in grado di parlare con i morti), trovo stupefacente che siamo arrivati al 2014. veramente, dovevamo estinguerci anni fa. nell'ignoranza del medioevo profondo. al tempo della peste. uno sterminio di massa. un genocidio. non ci siamo meritati di arrivare così in là. perché siamo stupidi. crediamo a qualsiasi cosa qualcun altro ci venda. qualsiasi baggianata palesemente stupida.
se realmente solo il più forte sopravvive, dovremmo avere un mondo popolato da fisici, chimici, matematici, medici, scienziati. non da imbecilli la cui preoccupazione è chi ha vinto l'ultimo grande fratello. o di quelli che non si fermano a pensare che siamo solo un piccolo puntino in un universo grandissimo e che è straordinario trovarci a passeggiare sulla terra. una piccola parte di noi, è arrivata a creare tutti quei generi di conforto a cui siamo abituati. siamo arrivati dalla ruota all'aereo. dal fuoco al nucleare. solo i visionari avrebbero dovuto sopravvivere. solo loro avrebbero dovuto avere il privilegio di trasmettere il loro patrimonio genetico. dovremmo essere dei geni che non credono al primo babbo natale che ci si presenta alla porta.
il post si intitola "a volte mi pento di essere intelligente". cito un mio amico che purtroppo è mancato. lavoravamo insieme e diceva questa frase ogni qual volta che qualche cliente faceva una domanda stupida. e aveva ragione. e io non sono così intelligente, perché mi pongo ancora domande, perché ho ancora la curiosità di imparare, perchè so che ho ancora tantissimi limiti che voglio superare e non mi basterà una vita intera per arrivarci. però non mi fermerò mai. quindi correggo, a volte mi pento di avere l'intelligenza che ho. perché quando ascolto, leggo, vedo, tutte queste persone che parlano di baggianate così grandi e che non accettano opinioni differenti, mi viene davvero da chiedermi "Darwin aveva realmente ragione?"
lascio un link, così, solo per chi è curioso leggere un po' www.randi.org. perché il problema di oggi è l'ignoranza che dilaga. l'idea che non sia più importante studiare qualcosa, perché basta leggere il primo link che ci da goggle. vogliamo vivere nell'ignoranza perché è più facile. uno osserva ciò che lo circonda e vedo persone felici dei loro limiti. perché non facendosi domande non trovano risposte scomode, che li farebbero pensare. perché in fondo, pensare è faticoso…