non scrivo da marzo. dovrei vergognarmi. lo scrivo sempre. è che scrivere comporta energie che non ho avuto il tempo di mettere insieme. strano anno. un pò troppo frenetico seppur stabile. discorsi delle due del mattino immagino. comunque, visto che è il tempo l'argomento iniziale di questo post, vi regalo un racconto, scoperto nei meandri di un vecchio potatile. scritto talmente tanto tempo fa che è meglio non pensarci... in fondo è solo tempo... comunque, dicevamo, si un racconto, a quattro mani, delirio di due menti molto malate..
Tic, tac, tic, tac, tic,
tac…
Lo
sentiva, nel silenzio della sua stanza buia, lo sentiva. Era il tempo, che
passava a trovarlo, inesorabile, gli era venuto a dire che un altro giorno era
trascorso…
“Buona
sera, anche stanotte hai fatto le ore piccole eh?”
“cosa
ne vuoi sapere tu… Scusa, hai ragione. Ma com’è che tutte le notti, alla stessa
ora, ti presenti qui a dirmi che ho perso un altro giorno di vita. E poi ad
ogni mio compleanno sei terribile… con quel metro ed un centimetro che
scompare… hai deciso di farmi vivere la vita in un continuo stato d’ansia? Ma
che ti ho fatto di male?”
“Di
male non mi hai fatto nulla… E vengo da te tutte le sere, perché me lo hai
chiesto tu.”
“scusa,
temo che mi stia sfuggendo qualcosa, e quand’è che te lo avrei chiesto? Non mi
sembra di aver mai voluto una cosa simile, è terribile… cos’è vuoi farmi morire
con l’ansia?”
“primo
non ho nessuna intenzione di farti morire… per quello devi rivolgerti da
un’altra parte… secondo, non sono io che ti ho cercato e trovato…”
“Scusa
devo essermi perso qualche passaggio… e dove ti avrei trovato e quando
esattamente?”
“Capisco
che ormai siano passati secoli… ma almeno l’episodio più importante della tua
vita potresti sforzarti di ricordatelo…”
“Scusa
ma l’unico episodio degno di nota nella mia lunga vita è stato il fatto di
essere nato e di non riuscire a morire…”
“Secondo
me ti stai sbagliando e comunque non riesci a morire perché non lo volevi…”
“Scusa?
E tu che ne sai?”
“ricordi?
Io sono il tempo, io passo nella vita di ognuno e nessuno, tranne pochi eletti
fra i quali tu, riesce a vedermi o a prendermi… Tu hai fermato il tempo ed io
vengo qui ogni sera da secoli, perché da piccolo mi hai trovato… in una
bottiglia sigillata che ti è stata data quando tuo nonno è morto. Ti ricordi
tuo nonno?”
“Qualcosina,
ero piccolo… mi ricordo lacrime e silenzio. Per quasi un anno non aprii bocca e
pensai che il tempo non mi avrebbe portato via come aveva fatto con lui.
Quindi, mia nonna, sentendo queste parole, mi donò la bottiglia, dicendomi
“speriamo che a te vada meglio”. E l’aprii. Poi non ricordo altro di quel
giorno.”
“mi
sembra abbastanza. Hai risposto da solo alle tue domande.”
“ma da
dove proveniva la bottiglia e cosa conteneva? Non mi ricordo cosa contenesse.”
“Conteneva
me. O meglio conteneva una parte di me. Tuo nonno mi trovò imprigionato in un
carillon, io lo ringraziai per il favore di avermi liberato da quella assurda
prigionia – hai idea di cosa significhi trascorrere del tempo con te stesso con
una noiosissima cantilena che continua a disturbarti?- e gli permisi di
esprimere un desiderio. Grand’uomo tuo nonno.”
“ e
quale fu il suo desiderio?”
“mi
disse che lui ormai era vecchio e che la sua vita l’aveva vissuta. Non gli
interessava avere altro tempo, era felice di quello che aveva avuto. Cosi mi
chiuse in una bottiglia e sigillò il tutto con la cera lacca in modo tale da
non perdermi. Un giorno venne a trovarmi e mi disse che aveva trovato il suo
desiderio… voleva che tu avessi più tempo, voleva che tu non buttassi via il tempo.
Ed incaricò me di vegliare su questo, perché, mi disse tu eri il suo più bel
sogno diventato realtà”.
“e
quando esattamente IO ti avrei chiesto di non farmi morire?”
“Non me
l’hai chiesto, era parte integrante del contratto…”
“Io non
ho firmato nessun contratto…”
“Non ce
n’era bisogno, quello era il desiderio di tuo nonno… e poi sei tu che non sei
voluto morire!”
“E chi
vuole morire consciamente? Io ho solo vissuto una vita lontano dal desiderio di
autodistruzione, è un peccato?”
“Nessuno
ha mai detto questo, ma smettiamola, per favore di litigare come due ragazzini,
non abbiamo più l’età, nessuno dei due…”
“Va
bene, d’altra parte avevo finito le argomentazioni, gradisci qualcosa da bere?”
“No
grazie, va bene così… come va la tua ultima opera?”
“come
tutte le altre, 327 cartelle scritte fitte e ancora nemmeno un’idea di
conclusione…”
“Dai,
suicidiamoci, dove sei arrivato?”
“Suicidiamoci?
Ma ti sembra, dopo tutto questo tempo? Dai tempo al tempo, arriverà anche quel
momento, ma adesso proprio non ne ho ancora voglia…”
“ma se
non hai fatto altro che lamentarti che non riesci a morire? Ti vedo un po’
indeciso… e poi scusa, quante persone conosci che hanno la possibilità di
ammazzare il tempo?”
“Molte
più di quello che immagini… Il mio ragioniere ad esempio… Ha un sacco di tempo
da uccidere…”
“NESSUNO
mi ha mai chiuso in un sacco! Va bene la sfera di cristallo, va bene la busta
di carta e la spedizione via aerea, ma il sacco proprio NO!”
“Hai
viaggiato in una busta, per via aerea?”
“ e
perché no? Si spende meno…”
“Sì, ma
telefonando ci si impiega meno tem… touchè! Stavolta mi hai fregato, ma non
credere di aver vinto, a proposito, sei mai stato battuto? Nella mia lunga vita
devo ammettere di non aver sentito di nessuno che avesse battuto il tempo”
“ Si
una volta soltanto… da uno scandinavo ad una partita a scacchi… Ci hanno fatto
anche un film… fu un evento!”
“ma non
era la morte? O quello era un altro film…?”
“ no,
il film era lo stesso, è solo che il mio agente ha voluto proteggere la mia
immagine… Sai com’è… ho una reputazione da difendere…”
“Ma
dove vive il tuo agente, in manicomio?”
“Eh!”
“Come
‘eh!’ ti sembra normale che l’agente del tempo stia in manicomio?”
“Sai, è
uno un po’ fuori dal tempo…”
“Cretino…”
“E poi
scusa, l’ ho rinchiuso io…”
“
Scusa? Già il fatto che tu abbia un agente mi lascia perplesso… ma il fatto che
tu l’abbia anche fatto rinchiudere…”
“ No
sai com’è… ho cercato di proteggere il mio investimento… l’ho protetto. Quanta
gente normale conosci qua fuori?”
“Ben
poca, devo ammettere… Certo, che bella protezione, in manicomio, e perché non
in galera?”
“Noo,
sei matto, lì c’è il mio commercialista!”
“Il
commercialista? IN GALERA?”
“Conosci
posto più adatto ad un commercialista?”
“Touchè,
e due! Ma mi spieghi che se ne fa il tempo di un commercialista?”
“e i
diritti del film, dei proverbi, delle frasi fatte, dove lì metti?”
“sì,
magari sei pure iscritto alla SIAE!”
“Ovvio,
socio fondatore…insieme a Babbo Natale.”
“Noooo,
non dirmelo, allora la renna Rudolph è solo una trovata pubblicitaria?!?”
“Ovvio,
ti sembra che una persona seria girerebbe con una muta di renne capitanate da
una col naso rosso che s’illumina a Natale?”
“E ora
mi verrai a dire che la morte non gira con la falce!”
“Fino a
poco tempo fa sì, poi ha dovuto optare per la mietitrebbia, sai, la sciatica…”
“Mi
sembra che stiamo perdendo un po’ troppo tempo…”
“Se
permetti… io non mi perdo… ho un senso dell’orientamento impagabile.”
“Si…
come quella volta che avevo otto anni e sei arrivato tutto trasudato, in
ritardo…”
“avevo
avuto un contrattempo…”
“Si, va
bè… a me avevi raccontato un’altra storia…”
“è
tardi… devo proprio andare… non ho più tempo da regalarti… oggi ho un sacco di
cose da fare… sai… l’ufficio, la contabilità.. il mio commercialista è
stato radiato dall’albo… problemi… e così mi ha lasciato con moltissimo lavoro
da fare… ed io sono solo nel mio ufficcetto…”
“Di
piuttosto che non ne vuoi parlare…”
“ Ma ti
sembra che eviterei un discorso così interessante? E poi scusa, è passato
talmente tanto tempo…”
“ Bah,
le scuse non sono mai state il tuo forte, se devi andare vai, ci vediamo domani
sera.”
“allora
ciao, domani solita ora?”
“Certo…”
Esce il tempo alla chetichella; l’uomo entra
in cucina e preparando il tè pensa “pure permaloso, questo tempo…”
nella speranza di avervi regalato un sorriso, prometto che con l'autunno diventerò più costante, o almeno ci proverò :)
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