E poi ci sono notti che durano giorni... ma non perchè si entri in una depressione che ci fa vedere il mondo con pessimismo e fastidio, nono più in senso stretto, tipo che l'insonnia ti tiene compagnia e i tuoi sonni sono più sonnellini sporadici... ecco na roba più così. e in quelle notti infinite, ti trovi ad avere un sacco di tempo, anche qui in senso stretto e dopo aver visto film/serie tv/anime, dopo aver provato a studiare una nuova lingua (ma qua i tuoi neuroni ti hanno abbandonato all'urlo di "noi andiamo a farci un caffè" ma non sono più tornati), aver ascoltato musica rilassante, nella speranza che la palpebra calasse... ti resta ancora tempo per pensare.
naturalmente non si parla di massimi sistemi, teorie di fisica quantistica o robetta così. cose più piccole viste da occhi estranei, i ricordi. i nostri ricordi.
che sono una cosa buffa, perchè più si va avanti più si accumulano, come piccoli mattoncini, che quando ti fermi a guardarli hai una muraglia cinese di istanti. "io sono un clown, faccio collezioni di attimi"... piccoli momenti, sorrisi, lacrime, sospiri, prime volte, odori, immagini, colori... sono talmente tanti che quasi non si distinguono più nella massa. i miei, più che una muraglia, sono disposti a casaccio, messi in ordine come una camera di un sedicenne problematico, avete presente?
però capita di pescarne uno o due a casaccio. a volte affiorano da soli in questa moltitudine di disordine che si crea quando si dorme poco. a volte ti si parano all'improvviso mentre parli con qualcuno, magari il discorso non è neanche pertinente, ma ti si para davanti BUM, come un treno che esce dai binari.
nel caso odierno è tutto più complicato, perchè si parlava ed è uscita una frase "ma ti sei mai fermata a pensare cosa sarebbe successo?".
mi ha colpito, BUM, un treno in faccia. perchè no sono gelosa dei miei ricordi, li conservo, li tiro fuori, ma no non ho visioni alla sliding doors. le trovo inutili, sono portoni verso i rimpianti, che per politica aziendale qua non vogliamo. sono le regole. però mi ha fatto pensare questa cosa. pensare a come sarebbe andata se... (qua riempire a piacimento). devo essere onesta, le proiezioni per fare un calcolo delle probabilità le ho sempre fatte ma prima di agire. soprattutto nelle relazioni. ma non nel senso di proiezioni "chissà come sarebbe il futuro se..." (riempite sempre a piacimento). roba più macchinosa, tipo nelle discussioni, o ai primi appuntamenti prima di parlare. cose del tipo "se faccio/dico questo lui può reagire: a... b... c..." e "se lui dice questo posso rispondere a...b...c..." e poi decidere quale fosse il risultato che volevo ottenere. forse hannor agione quei pochi amici stretti che ho che sostengono che parlare con me a volte è un pò come un lavoro...
fra l'altro, tirando fuori i ricordi, già da tempo dovrei essermi resa conto che erano tutti pensieri preventivi inutili, visto che solitamente nelle discussioni in cui la meta era la mia proiezione c loro tiravano sempre una z che non avevo preventivato... si ho avuto relazioni memorabili dove si discuteva ogni 3x2, diciamo che non mi sono annoiata, ma poi finivano quasi sempre alla stessa maniera che poteva essere "sai ho conosciuto un'altra" a "ti voglio tanto bene ma non ti amo", "non penso sia il caso di andare avanti" etc etc... l'unico che ha portato avanti discussioni infinite chiudendone una anche con "ti rendi conto che non puoi razionalizzare l'amore" è stato quello che poi, non a caso è diventato mio marito. anche se... in quella discussione ho aperto una lunga parentesi su come sia abbastanza fattibile. ma questo è un altro discorso.
se dovessi ripensare a come sarebbe andata se... la mia insonnia sarebbe passata da tempo. veramente c'è chi lo trova un esercizio costruttivo? sono strana io? ammetto che tranne che in rarissime occasioni e chi mi conosce lo sa che sono state veramente rare, la parte in cui ti lasci andare in preda all'istinto ho imparato a controllarla egregiamente, tipo soffocandola nel sonno. questo fa di me una persona "strana"? se rimango razionale riesco a gestire le cose, cosa c'è di sbagliato? riesco a reprimere la rabbia in pubblico, riesco ridurre i tempi di ripresa. cosa c'è di sbagliato in tutto questo? le uniche volte che non l'ho fatto ha fatto malissimo. un tonfo è sempre un tonfo direte voi, ma è l'altezza da cui si cade che fa la differenza. ammetto che precipitare dai dirupi mi ha sempre creato alcuni problemi di risalita, sono state quattro scalate impegnative. però se avessi permesso a tutti di farmi precipitare dall'alto sarebbe stato veramente meglio?
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